Catherine Opie | The Human Landscape

Catherine Opie | The Human Landscape
a cura di Antonio Leone e Andrea Ruggieriopie_manifesto

Palermo. Centro Internazionale di Fotografia
Cantieri Culturali alla Zisa | Padiglione 18 – via Paolo Gili, 4
31 maggio – 15 luglio 2018

Inaugurazione 31 maggio, ore 18.30

Il Sicilia Queer filmfest insieme al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo diretto da Letizia Battaglia, e in collaborazionecon ruber.contemporanea,
presenta The Human Landscape, personale dell’artista americana Catherine Opie, al debutto con il suo primo film The Modernist e in mostra con una selezione di lavori dalla serie Portraits.

Utilizzando la fotografia, e in parte il video, come strumento di documentazione e amplificazione dei più disparati fenomeni sociali nell’America contemporanea, Catherine Opie intende registrare le modalità per mezzo delle quali si instaurano le relazioni umane e con le quali uomini e donne si inseriscono nel proprio contesto (paesaggio) di riferimento. L’artista americana si concentra, quindi, sin dai primi approcci su questioni ancora aperte inerenti i rapporti (in senso lato o specifico), che vengono analizzati da un canto con sguardo intimo, privato, dall’altro con spirito politico e collettivo.

Con un approccio a metà tra il concettuale e il documentario, Opie utilizza strumenti a lei familiari – quali il ritratto, la foto di paesaggio o gli scatti in studio – per produrre fotogrammi, immagini seriali o articolate composizioni formali. In tal modo l’artista intende catturare le singole identità, siano pur ritratte all’interno di una coppia, di una famiglia o di aggregazioni sociali più complesse (squadre, folle, etc.), rivelandone in punta di piedi le biografie, che diventano tessere di una stratificata rappresentazione della società del nostro tempo.

Sia che documenti istanze politiche della cultura queer o le trasformazioni del paesaggio urbano e naturale, il lavoro di Opie si pone dunque in opposizione ad una visione consolidata del mondo e si concentra sul “modo in cui le cose dovrebbero essere viste”, prova questa dell’influenza che la storia dell’arte e della pittura hanno avuto sulla sua formazione.

The Modernist presenta una visione distopica di Los Angeles, una città che ha certamente avuto un ruolo importante nel lavoro di Opie. Il film è in aperta conversazione con il corto radicale di Chris Marker del 1962 La Jetée, che utilizzava la fotografia per raccontare una storia di nostalgia, viaggi nel tempo e il terrore dell’apocalisse nucleare. Il film di Opie porta avanti questo dialogo impiegando strutture formali e narrative simili, ma concentrandosi su temi contemporanei come disastri naturali e tragedie globali, il crollo del sistema politico americano, la crisi abitativa di Los Angeles.

The Modernist, della durata di 22 minuti, ha per protagonista Stosh, alias Pig Pen, un caro amico di Opie, apparso in molte delle sue fotografie, un artista in difficoltà che è ossessionato dall’architettura moderna della metà del secolo.

Oltre 800 fotogrammi in bianco e nero catturano con un ritmo serrato il protagonista e il suo mondo da più angolazioni e punti panoramici, creando un effetto cinematografico lirico. In tutto il film, il protagonista ritaglia i titoli dei giornali e le pubblicità dei prodotti e li riunisce per costruire un collage che riecheggia il suo stato psicologico, illustrando le sue frustrazioni e i suoi desideri e fornendo un catalizzatore visibile per la distruzione che verrà. Nel corso del film la sua incapacità nel realizzare i propri sogni e desideri lo spinge a commettere una serie di atti dolosi, incendiando metodicamente edifici iconici in tutta la città. Eppure la qualità onirica del film costringe lo spettatore a chiedersi se ciò che accade sia un atto di distruzione reale o solo un sogno.

Catherine Opie
Nata a Sandusky, Ohio nel 1961. Vive e lavora a Los Angeles, California.
Ha conseguito il BFA presso il San Francisco Art Institute (1985), e l’MFA presso il CalArts (1988), dal 2001 è docente presso la University of California, Los Angeles. Opie ha ricevuto diversi premi, tra i quali: President’s Award for Lifetime Achievement from the Women’s Caucus for Art (2009), United States Artists Fellowship (2006), Larry Aldrich Award (2004) e CalArts Alpert Award in the Arts (2003).
Il suo lavoro è stato esposto presso l’Institute of Contemporary Art, Boston (2011), il Los Angeles County Museum of Art (2010), il Guggenheim Museum, New York (2008), l’MCA Chicago (2006) e il Walker Art Center, Minneapolis (2002).

Catherine Opie. The Human Landscape è patrocinata dal Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura.

Catherine Opie | The Human Landscape
a cura di Antonio Leone e Andrea Ruggieri
Palermo. Centro Internazionale di Fotografia
Cantieri Culturali alla Zisa | Padiglione 18 – Via Paolo Gili, 4
31 maggio – 15 luglio 2018 | martedì – domenica, ore 9.30 – 18.30 | chiuso il lunedì

Special thanks
Catherine Opie

Si ringrazia / thanks to
Regen Projects — Los Angeles
Thomas Dane Gallery, London – Naples

ringraziamenti
/ acknowledgements
Angelo Caltagirone
Alessandro Codagnone
Jennifer Loh
Gianluca Nonnis
Olivia Rawnsley
Julie Tolentino

ENG

Catherine Opie | The Human Landscape
Curators: Antonio Leone and Andrea Ruggieri
Palermo. International Center of Photography
May 31 – July 15, 2018
Opening May 31, 6.30 pm

The Sicilia Queer – International New Visions Filmfest, together with the International Center of Photography and Palermo Pride, with ruber.contemporanea and Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura is proud to present The Human Landscape, a solo exhibition by the American artist Catherine Opie which includes her first film The Modernist and selected photographs from her Portraits series.

Using photography as a tool to document contemporary social phenomena, Catherine Opie investigates the ways in which the human body is defined in relation to the American landscape.
Opie’s focus is at the same time broad and specific – her images present an intimate, private point of view, as well as a political and collective perspective. She deftly captures individual identities, even when they are portrayed as part of a couple, of a family or more complex social agglomerates (teams, crowds, etc.), and skillfully unveils their biographies, which become fragments of a multilayer representation of contemporary society. Whether documenting queer culture or the transformations of the urban and natural landscape, Opie’s work stands opposed to a fixed vision of the world and focuses “on the way things should be seen”, a testament to the influence that art history and painting have had on her oeuvre.

The Modernist presents a dystopic view of Los Angeles, a city that has figured prominently in Opie’s work over the years. The film is in conversation with Chris Marker’s radical 1962 La Jetée, which utilizes still photography to tell a story of longing, time travel, and the terror of nuclear apocalypse. Opie’s film continues this dialogue, employing similar formal and narrative structures to a different end. Focusing on contemporary issues like natural disasters, the breakdown of the American political system, global tragedies, and the Los Angeles housing crisis, the film stars Stosh, a.k.a. Pig Pen, a close friend of Opie’s who has appeared in many of her photographs, as a struggling artist who is obsessed with landmark midcentury modern architecture.

Composed of over 800 black and white still images, the 22 minute film unfolds with swift pacing. Each still captures the subject and his world from multiple angles and vantage points, creating a lyrical cinematic effect. Throughout the film, the protagonist clips newspaper headlines and product advertisements and assembles them together to construct an elaborate collage that echoes his psychological state. The multilayered collage illustrates his frustrations and desires and provides a visible catalyst for the destruction that is to come. Over the course of the film his inability to obtain these desires and dreams drives him to commit acts of arson, methodically setting fire to iconic buildings throughout the city. Yet the film’s oneiric quality forces the viewer to question whether what transpires is an act of destruction or a dream.

Catherine Opie was born in Sandusky, Ohio in 1961.
She lives and works in Los Angeles, California. Opie received her BFA from San Francisco Art Institute (1985), and her MFA from CalArts (1988). Since 2001 she has been a professor of photography at the University of California, Los Angeles. Opie has received numerous awards such as: President’s Award for Lifetime Achievement from the Women’s Caucus for Art (2009), United States Artists Fellowship (2006), Larry Aldrich Award (2004) and CalArts Alpert Award in the Arts (2003). Her work has been the subject of numerous exhibitions at the Institute of Contemporary Art, Boston (2011), Los Angeles County Museum of Art (2010), Guggenheim Museum, New York (2008), MCA Chicago (2006) and Walker Art Center, Minneapolis (2002).

Catherine Opie. The Human Landscape is promoted from the Municipality of Palermo – Department of Culture.

Special thanks
Catherine Opie

Si ringrazia / thanks to
Regen Projects — Los Angeles
Thomas Dane Gallery, London – Naples

ringraziamenti
/ acknowledgements
Angelo Caltagirone
Alessandro Codagnone
Jennifer Loh
Gianluca Nonnis
Olivia Rawnsley
Julie Tolentino